I VHF in commercio ormai da una decina d’anni, sono predisposti tutti per la funzionalità DSC “Digital Selective Calling”.
Questi apparati sono dotati di un modem interno, implementando quindi la tecnologia digitale. Ciò consente di:
1) Chiamare una specifica stazione radio digitando il suo codice MMSI come fosse un cellulare.
2) Trasmettere con immediatezza una richiesta di soccorso corredata in automatico con l’esatta posizione GPS, semplicemente premendo il tasto Distress.
3) Ricevere le richieste di soccorso inoltrate in digitale dalle unità presenti nel raggio di copertura radio.
Quanto sopra decongestiona il traffico sul canale 16 e, nelle comunicazioni di soccorso, garantisce la corretta ricezione delle coordinate e dell’identità dell’unità in emergenza, supplendo a problemi di lingua e dialetto, assicurando un pronto ed efficiente intervento della macchina dei soccorsi.
Attenzione: La funzione DSC, quindi il funzionamento del tasto Distress, è attiva solo se è stato inserito il codice MMSI.
È facile comprendere come questa tecnologia sia estremamente utile proprio nel diporto, giacché il suo utilizzo ovvia a problemi di lingua, emotività, stato confusionale del momento, o malore.
Inoltrare una richiesta di soccorso in una situazione di estremo pericolo, irrigiditi dal freddo o magari feriti, ben difficilmente consentirà di comunicare le corrette coordinate GPS, magari in inglese….
In caso di necessità immediata (quale il repentino rischio di andare a finire sugli scogli), comunicare con il VHF è certamente più efficace rispetto all’eventuale utilizzo dell’EPIRB. Una richiesta di soccorso inoltrata via EPIRB, in relazione dell’architettura del sistema, viene elaborata in tempi lunghi (superiori all’ora).
Ai fini della normativa internazionale è opportuno sapere che VHF-DSC, EPIRB e AIS attivo, facendo parte del sistema GMDSS, richiedono il possesso di un adeguato certificato di Operatore GMDSS.
Il certificato RTF rilasciato mediante il semplice pagamento di un bollettino postale, in antitesi con le norme internazionali che prevedono invece un esame, è valido solo in Italia.
Verificato che moltissimi diportisti, anche decani, non utilizzano correttamente l’apparato VHF, ci sembra utile riportare alcune elementari nozioni:
Le procedure delle chiamate di emergenza devono essere effettuate secondo modalità ed un protocollo preciso, (Radio Regolamento ITU – International Telecommunication Union) utilizzando una fraseologia standard in inglese, proprio per ovviare a incomprensioni che vanificherebbero l’intervento dei soccorsi.
E’ utile invitare coloro che si meravigliano dell’uso delle lingua inglese a visitare il sito www.marinetraffic così potranno verificare che il 60% del traffico marittimo sottocosta, nelle nostre acque, è costituito da unità straniere.
La distanza di trasmissione delle onde radio VHF dipende non solo dalla potenza dell’apparato, ma essenzialmente dall’altezza delle rispettive antenne trasmittente e ricevente, sulla base della seguente formula:
D= 2,25 x ( √h1 + √h2) dove D è la distanza di comunicazione espressa in Mn (miglia Nautiche), √h1 è la radice quadrata dell’altezza della nostra antenna, √h2 è la radice quadrata dell’altezza dell’antenna riceventeQuindi, se la nostra antenna è posizionata ad un’altezza di 4 metri, la radice quadrata vale 2. Se l’antenna del nostro amico è anch’essa posizionata ad un’altezza di 4 metri, la radice quadrata vale 2. Ne consegue che potremo comunicare ad una distanza di (2+2) x 2,25 = 9 miglia nautiche.